dimanche 23 octobre 2011

Article Corriere della sera (Italia, 30/04/2011 - Jim Morrison)


Voici un article publié hier dans la Corriere della sera, journal italien bien connu, dans lequel on évoque le festival international de la BD de Napoli, mais aussi la sortie de l'album Jim Morrison, Poète du Chaos en italien, et l'exposition au salon.

Pour ceux qui n'arrivent pas à lire :

Quando la musica sposa il fumetto

In mostra duecento copertine di dischi, da quelle di Hugo Pratt per Endrigo alla collaborazione Pazienza-Vecchioni. Lui, disteso al sole, legge Moravia, ma il libro affonda nella sabbia accanto alle sue gambe. La mano regge un drink, mentre gli occhi corrono sulle curve di una donna in topless. Lei, la pelle nera e l'andatura disinvolta, cammina e ricambia lo sguardo, con una smorfia decisa, quasi imbronciata. Sopra e tutto intorno c'è un cielo impossibile, rosso e giallo, forse dei mari del sud, e ci sono un cactus e una pantera, che ruggisce a fauci spalancate. È già una storia, quasi un brano in più, l'illustrazione che Andrea Pazienza realizzò nel 1983 per la copertina de Il grande sogno, di Roberto Vecchioni. Ed è, questa, una delle chicche della mostra «Comic on cover», che raduna oltre duecento copertine di dischi realizzate dai maestri del fumetto italiano e mondiale. L'esposizione è un po' la perla della XIII edizione del Comicon, il Salone Internazionale del Fumetto di Napoli, quest'anno dedicato al binomio fumetti-musica. Si chiude domenica 1 maggio, al termine di una tre giorni da record: alla fine i visitatori saranno più dei 30 mila dello scorso anno, in quest'edizione che vede Cinquemila chilometri al secondo, di Manuele Fior (Coconino Press), aggiudicarsi il Premio Micheluzzi quale miglior fumetto, bissando il successo di gennaio al festival francese di Angoulême.

PERCHÉ LA MUSICA - Ma il tema della kermesse campana, Fumetto & Musica, merita una spiegazione.«Intanto il fumetto - racconta il direttore del Comicon, Claudio Curcio - ha condizionato le altre arti. E poi il fumettista, come i cantanti, racconta storie, e le storie a fumetti hanno un po' tutte la loro ideale colonna sonora...». Charles Schulz la musica la fece entrare come un personaggio, nelle strip dei suoi Peanuts, dove il piccolo Schroeder suona Beethoven, e gli spartiti delle sinfonie irrompono nella vignetta, a togliere la parola alla corteggiatrice forse più ignorata di ogni tempo, la dispettosissima Lucy. Scene che non possono mancare nella mostra La nona. Sinfonie nell'arte fumettistica, sempre a Castel Sant'Elmo, dedicata alle contaminazioni fumetti-musica. Si va dal tormentone di Serge Gainsbourg, la canzone Comic Strip, dove nel 1968 un'ammiccante Brigitte Bardot cantava ZIP! SHEBAM! POW! BLOP! WIZZ!, alle tavole del primo fumetto moderno, Yellow Kid, che prende il nome da una strofa di una commedia americana di fine Ottocento, Reilly and the 400. Intanto in libreria sono un piccolo caso le vite a fumetti dei grandi della musica: Bob Marley, Jimi Hendrix, Rino Gaetano, Fabrizio De Andrè... Fino al recentissimo Jim Morrison, di Frédéric Bertocchini e Jef (edizioni BD).

OLTRE LA MUSICA - Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde di Stevenson, e si cimentò coi testi di Edgar Allan Poe, Henry James e Casanova. Ancora a Castel Sant'Elmo c'è la mostra di Colors, con gli originali del numero 80 della storica rivista di Fabrica, l'officina creativa della Benetton, tutto a fumetti, dedicato ai «super-eroi viventi» della nostra contemporaneità. Da Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, del quale si racconta la tragica infanzia. A Kru Nam, una donna che in Thailandia ha salvato 126 ragazzini dalla prostituzione infantile. A Aki Ra, un ex soldato bambino dei Khmer rossi, che a vent'anni ha deciso di darsi una missione: disattivare quante più mine possibili - ed ha già tagliato quota 50mila - per salvare le vite soprattutto dei piccoli.

IL VECCHIO E IL NUOVO - Sui banchi degli espositori spiccano le novità editoriali: dal Don Camillo a fumetti (Renoir Comics), dove in ordine cronologico autori vari mettono in vignette i racconti di Giovannino Guareschi, al nostalgico L'inverno del disegnatore (Tunuè), dove il maestro spagnolo Paco Roca racconta la fondazione di una rivista indipendente di fumetti nella Spagna franchista. Ma in mostra stupisce, a testimonianza del legame vignette-musica, il numero di copertine di LP a fumetti: Tanino Liberatore, l'autore del robottone Ranxerox, nel 1983 ritrasse Frank Zappa nella cover del suo A man from Utopia. E il lisergico Robert Crumb disegnò la cover di Cheap Thrill, di Janis Joplin e Big Brother & The holding company. Hugo Pratt, tra le altre che fece, disegnò immaginifiche cover di dischi per Sergio Endrigo (Mari del Sud, nel 1982, dove co-firmò la traccia numero 7, Pandora), e per Paolo Conte (Parole d'amore scritte a macchina, 1990). In mostra sfilano ancora Milo Manara, Bonvi, Pablo Echaurren, Giorgio Forattini, Benito Jacovitti, Charles Burns, Moebius... E proprio all'ingresso di«Comic on cover» ecco la copertina di Canti d'Italia, che Guido Crepax, il creatore di Valentina, eseguì nel 1955 per questa selezione di canti risorgimentali: una damigella con una gonna a fiori è attorniata da soldati dell'esercito regio, e da garibaldini e partigiani che la salutano festosi e cantanti. Un albero spoglio, il pavè in terra, e dietro una casa coi lucernari, rossa verde e turchese, completano questo piccolo gioiello. «È il pezzo più vecchio della mostra», racconta il curatore, Carmine D'Onofrio, anche se a colpire di più i visitatori sono proprio le cover disegnate da Pazienza. Il marchigiano, prima di creare Zanardi, il suo personaggio più cattivo e celebre, fu partner fisso di Roberto Vecchioni per le cover di cinque dischi tra il 1979 e il 1986, grazie all'intercedere dell'allora produttore del cantante, Michelangelo Romano. Oltre a Il grande sogno Napoli mette in mostra le cover di Robinson (1979) e Hollywood Hollywood (1982). Ma anche quella di Montecristo (1980), dove nel lato A del 45 giri un giovane Vecchioni si affaccia dai torrioni di una fortezza completamente nudo - il disegno in un primo momento fu vittima di censura. E poi c'è la cover di Ippopotami (1986), dove si affaccia un ippopotamo dalla faccia furba, a simboleggiare l'animale che per Vecchioni meglio incarna la privilegiatissima classe politica italiana. Perché, come canta il Professore, «solo un altro ippopotamo può dire a un ippopotamo: "Sei brutto!"». E Pazienza, forse, l'avrebbe detto anche lui. Anzi, l'ha disegnato.

Alessandro Trevisani

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